Logopedia

  • Ritardi o disturbi di linguaggio
  • Prerequisiti scolastici
  • Difficoltà o disturbi dell’apprendimento
  • Balbuzie
  • Disfonia (alterazioni vocali)
  • Difetti di pronuncia
  • Disprassia orale o verbale
  • Squilibri muscolari orofacciali e deglutizione disfunzionale

Di seguito è riportata una breve descrizione delle suddette aree e del mio intervento in merito.

RITARDI E DISTURBI DI LINGUAGGIO

Di cosa si tratta?

Un bambino presenta un ritardo di linguaggio quando:

-non produce alcuna parola a 12 mesi;

-presenta un vocabolario pari o inferiore a 50 parole a 24 mesi;

-non combina parole per formare le prime frasi a 30 mesi.

Qualora il ritardo non venga recuperato (in assenza di altre condizioni invalidanti come danni neurologici -epilessia ad esempio-, cognitivi -come il ritardo mentale-, sensoriali -sordità- o motori -paralisi-) si definisce a 3, in alcuni casi a 4 anni, il disturbo di linguaggio, condizione che può interessare uno o più livelli del linguaggio stesso:

-la pronuncia dei suoni errata o distorta (“tane” per “pane”, “tella” per “stella”);

-il limitato numero di parole utilizzate;

-la strutturazione corretta della frase (come l’assenza di parole o le parole combinate in modo scorretto ad esempio: “Bimbe mangia pere” anziché “Le bimbe mangiano le pere” oppure “Non dico” anziché “Non te lo dico”);

-il racconto (eventi espressi in modo confuso e nel complesso incomprensibili a chi ascolta).

Il disturbo può anche coinvolgere la comprensione del linguaggio, pertanto il bambino può faticare nel comprendere le richieste semplici o articolate che gli vengono fatte.

È importante considerare che il linguaggio del bambino dovrebbe apparire ben strutturato (presenza di tutti i suoni nelle parole, buon vocabolario, recupero dei termini senza evidenti difficoltà, corretta produzione di frasi e racconto/discorso) a 4-5 anni.

Spesso il disturbo del linguaggio è associato ad altre difficoltà, ad esempio la motricità fine, le abilità cosiddette visuo-percettive (allacciamento delle scarpe, abbottonamento, disegno…) e di memoria (ricordare l’ordine di svolgimento delle procedure quotidiane, come l’ordine con cui vanno indossati i vestiti).

Come ti posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti ed eventualmente procedendo con una valutazione rivolta al tuo bambino (in alcuni casi completata da un questionario specifico rivolto al genitore), potrò darti un rimando rispetto alle tue richieste.

Se il bambino è piccolo, a questa prima fase può seguire un trattamento indiretto (si chiama così perché mediato dal genitore) in cui ci vedremo solo noi, logopedista e genitore/i; nel caso di bimbi più grandi o con alterazioni del linguaggio manifeste, il mio lavoro avverrà direttamente con lui o lei.

Al termine di ogni seduta, a meno che il genitore non abbia assistito, do sempre un rimando di quel che si è fatto e spesso richiedo la collaborazione della famiglia nel riproporre alcune attività a casa.

L’obiettivo ultimo consiste nel permettere al bambino l’espressione del proprio massimo potenziale nel linguaggio, sostenendo il benessere comunicativo di tutta la famiglia ed evitando ripercussioni psicologiche o curriculari future.

PREREQUISITI SCOLASTICI

Di cosa si tratta?

Si tratta delle abilità su cui poggiano gli apprendimenti scolastici di lettura, scrittura e calcolo.

I prerequisiti devono essere acquisiti a 5 anni, all’ultimo anno della scuola dell’infanzia.

I bambini che dimostrano un’evoluzione del linguaggio lenta o non normalizzata a 5 anni non hanno le abilità di base richieste dall’apprendimento della lettura e della scrittura.

Inoltre i bimbi che rivelano difficoltà nell’acquisizione dei prerequisiti scolastici manifestano spesso in concomitanza difficoltà di motricità fine e di ambito visuo-percettivo (allacciamento delle scarpe, abbottonamento, disegno…), nonché di memoria (ad esempio non ricordare l’ordine con cui si indossano i vestiti), anche queste fondamentali per una acquisizione corretta degli apprendimenti.

Come ti posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti e procedendo ad una valutazione rivolta al tuo bambino (eventualmente prendendo contatto anche con le educatrici di scuola), potrò darti un rimando rispetto alle tue richieste.

Se decideremo di avviare un trattamento, lavorerò con il bambino sulle abilità risultate carenti: potranno essere ad esempio le rime, il riconoscimento della presenza di determinati suoni nelle parole, le trasformazioni delle parole, l’approccio alla letto-scrittura…; il contesto sarà sempre ludico e divertente, adatto all’età e sarà rivolto alla stimolazione di funzioni cognitive, come la memoria e l’attenzione.

Se necessario posso comunicare con le educatrici scolastiche per condividere il mio lavoro e adeguarci reciprocamente nelle richieste al bambino.

L’obiettivo ultimo consiste nel rendere il bambino consapevole dei suoni che costituiscono il linguaggio, della forma delle parole e di saperne manipolare la struttura, in modo da sostenerlo nell’apprendimento futuro della letto-scrittura.

Al termine di ogni seduta do sempre un rimando al genitore di quel che si è fatto e in alcuni casi richiedo la collaborazione nel riproporre alcune attività a casa.

DIFFICOLTÀ O DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO: di cosa si tratta?

Le difficoltà dell’apprendimento sono condizioni che si possono osservare durante il 1° e/o 2° anno della scuola primaria e riguardano la lettura, la scrittura e/o il calcolo; si individuano come ritardi nell’apprendimento del codice scritto (mancanza, sostituzione o spostamento di lettere in scrittura o incapacità e/o lentezza in lettura) o delle abilità inerenti il numero e/o calcolo (riconoscimento di numeri, confronto tra grandezze…).

Qualora le difficoltà permangano nonostante l’esercizio, si individua il disturbo specifico dell’apprendimento, che può interessare lettura e/o scrittura e/o calcolo. Si tratta di disturbi di origine neurobiologica (quindi non causati dall’ambiente, non associati a deficit intellettivi, sensoriali o dovuti a disordini affettivi), a cui far fronte con apposite misure scolastiche e ausili durante lo studio (legge 170/2010), nonché con potenziamenti volti al recupero massimo possibile delle abilità stesse di lettura, scrittura e calcolo.

Come di posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti e procedendo ad una valutazione rivolta al tuo bambino (possibilmente prendendo contatto anche con le insegnanti di scuola), potrò darti un rimando rispetto alle tue richieste.

A seconda delle difficoltà emerse in valutazione lavoreremo sulla correttezza e/o la rapidità in lettura, la correttezza in scrittura. Le attività possono svolgersi su materiale cartaceo o con software specifici.

Al termine di ogni seduta do sempre un rimando al genitore di quel che si è fatto e richiedo la collaborazione nel riproporre alcune attività a casa.

Solitamente comunico con gli insegnanti per condividere il mio lavoro e adeguarci reciprocamente nelle richieste al bambino.

L’obiettivo ultimo dei potenziamenti di letto-scrittura logopedici consiste nell’esercitare le corrispondenze tra il linguaggio orale e il linguaggio scritto e, in accordo con gli insegnanti, di individuare eventualmente delle misure e degli strumenti vicarianti.

BALBUZIE

Di cosa si tratta?

Alterazione della normale fluenza del discorso, caratterizzata da ripetizioni dei primi suoni della parola (“p-p-parola” o “pa-pa-parola”), blocchi (“pa…rola”) e/o prolungamenti di suoni (“paaarola”).

La balbuzie si può associare a tensione muscolare di vario grado, localizzata in diversi distretti del corpo, solitamente a livello toracico, della gola e/o del distretto orale e facciale (ad esempio la chiusura forzata degli occhi); spesso inoltre si abbina a movimenti degli arti, degli occhi, del capo.

La balbuzie si riscontra di frequente nei bambini di 3 anni circa, a causa della carica e repentina evoluzione delle acquisizioni linguistiche caratteristiche a quest’età. È fondamentale individuare sin da epoche precoci la predisposizione che il bambino presenta rispetto alla cronicizzazione del disturbo.

La balbuzie difficilmente si può eliminare, ma favorendo situazioni di fluenza -a tutte le età-, può essere gestita.

Come ti posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti ed eventualmente procedendo ad una valutazione con te se sei un ragazzo o un adulto o col tuo bambino, potrò darti un rimando rispetto alle tue richieste.

Con i bambini propongo percorsi indiretti (si chiamano così perché sono mediati dal genitore), in cui gli incontri avvengono tra noi, genitore/i e logopedista, o percorsi diretti, quindi tra me e il bambino; il tipo di percorso si sceglie in base all’esito della valutazione e all’età del bambino.

Se il lavoro è rivolto al tuo bambino, al termine di ogni seduta ti darò sempre un rimando di quel che si è fatto e richiederò la tua collaborazione e quella della famiglia nel riproporre alcune attività a casa.

Se invece il trattamento avviene con te, ragazzo o adulto, al termine di ogni incontro concorderemo delle attività sperimentate insieme da ripetere in settimana.

Se necessario posso comunicare con le educatrici scolastiche per condividere il percorso logopedico in atto e adeguarci reciprocamente nelle richieste al bambino.

L’obiettivo che conduce il lavoro logopedico consiste nel far sperimentare e automatizzare il più possibile la fluenza del parlato e in generale di ridurre la tensione muscolare associata.

DISFONIA: di cosa si tratta?

È il termine che si usa per definire qualsiasi alterazione della voce, a qualsiasi età. Può avere base neurologica (è il caso delle paralisi cordali, dell’ipofonia nel morbo di Parkinson), funzionale per difficoltà nella gestione della voce (è il caso degli insegnanti che usano la voce per molte ore al giorno con volume alto per il frequente rumore di fondo), organica (ad esempio per ulcera dovuta a reflusso laringo-faringeo o semplicemente per una laringite -infiammazione alla gola-), o ancora, può avere radice psicologica (qualora il disagio venga somatizzato e manifestato in modo evidente attraverso la voce) o emotiva (in situazioni di ordinaria tensione, ad esempio durante un’interrogazione o genericamente nell’intervenire di fronte ad un pubblico).

Come ti posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti ed eventualmente procedendo ad una valutazione con te se sei un ragazzo o un adulto o col tuo bambino, potrò darti un rimando rispetto alle tue richieste.

A seconda della causa e del tipo di disfonia (a questo proposito sottolineo l’importanza di sottoporsi ad una visita ORL o foniatrica prima di rivolgersi al logopedista) lavoreremo per ripristinare l’integrità anatomica e la funzionalità della voce. È un percorso che passa per la sperimentazione dei vari gradi di tensione associati alla vocalità e quindi ti aiuterà a conoscere la tua voce e ad imparare a gestirla.

Qualora la rieducazione avvenga con il tuo bambino, le attività saranno divertenti e mireranno a fargli sperimentare il benessere vocale (senza troppe consegne e istruzioni) in modo da facilitargliene il richiamo, evitando le situazioni di sforzo.

Se il lavoro è rivolto al tuo bambino, al termine di ogni seduta ti darò sempre un rimando di quel che si è fatto e richiederò la tua collaborazione nel sostenere alcune acquisizioni anche a casa.

Se invece il trattamento avviene con te, ragazzo o adulto, al termine di ogni incontro concorderemo delle attività sperimentate insieme da ripetere in settimana.

DIFETTI DI PRONUNCIA: di cosa si tratta?

I più comuni sono il rotacismo o “r moscia” e il sigmatismo o “zeppola”. Nella maggior parte dei casi si manifestano da bambini e, per vari motivi (un cambiamento anatomico o di una funzione), può succedere che vengano recuperati spontaneamente o che si radichino.

È molto frequente che il difetto di pronuncia venga espresso per imitazione dell’adulto, normalmente di un genitore.

A seconda dell’espressione del suono vi possono essere ricadute nella scrittura, soprattutto nelle prime fasi apprendimento: ad esempio nel caso di un rotacismo in cui la “r” è molto simile ad una “l” o a una “g” (“rana” è prodotta come “lana” o “gana”).

Al di là di questo il difetto di pronuncia non ha importanti conseguenze, può piuttosto essere il sintomo di un’alterazione più ampia (ad esempio di una respirazione scorretta o di un frenulo corto).

Come ti posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti ed eventualmente procedendo ad una valutazione con te se sei un ragazzo o un adulto o col tuo bambino, potrò darti un rimando rispetto alla fattibilità della tua richiesta (in alcuni casi si sono stabiliti nel tempo dei compensi tali da rendere molto ostica la correzione della pronuncia; oppure capita che una limitazione anatomica, come il frenulo linguale corto, renda impossibile -in assenza di un intervento chirurgico- l’articolazione corretta della “r”).

Il mio lavoro consiste nel guidare te, se sei un ragazzo o un adulto, o il tuo bambino nella corretta pronuncia del suono singolo, per poi introdurlo nella parole, nelle frasi e infine nel parlato spontaneo, in cui oltre a pensare come dire le parole si è impegnati a formulare il contenuto di ciò che si dice.

Qualora l’alternazione di pronuncia si ripercuota sulla scrittura, lavoreremo anche su quest’aspetto.

Se il lavoro è rivolto al tuo bambino, al termine di ogni seduta ti darò sempre un rimando di quel che si è fatto e richiederò la tua collaborazione nel ripetere degli esercizi anche a casa.

Se invece il trattamento avviene con te, ragazzo o adulto, sarà importante che tu svolga a casa, in settimana, gli esercizi concordati a fine seduta.

DISPRASSIA ORALE O VERBALE: di cosa si tratta?

Disprassia” significa letteralmente “incapacità di fare qualcosa”, praticamente intende l’incapacità o ridotta abilità nel pianificare ed eseguire un’azione in assenza di deficit sensoriali o cognitivi.

Non ne è stata identificata una causa finora, ma pare essere legata alla genetica e a ritardi di maturazione del sistema nervoso centrale; può riguardare tutte le età; può manifestarsi con vario grado di gravità, a partire da una semplice “goffaggine” (ad esempio inciampare spesso, avere difficoltà nel saltare a piedi uniti, nell’eseguire lavoretti manuali) fino a una grave inabilità (con ripercussioni ad esempio nell’alimentazione); può riguardare tutto il corpo o parte di esso.

La logopedia agisce in particolare sulle funzioni che interessano il distretto orale: la voce, la parola e la deglutizione; sostiene quindi l’apprendimento di lettura e scrittura, strettamente correlata al linguaggio, il benessere comunicativo, che può servirsi di forme diverse e complementari al linguaggio, e l’alimentazione.

Come ti posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti ed eventualmente procedendo ad una valutazione diretta al tuo bambino, potrò darti un rimando rispetto alle tue richieste (sottolineo che la disprassia orale e/o verbale è una condizione diagnosticata dal medico foniatra o NPI; il logopedista può descrivere il quadro e in base a questo sollevarne l’ipotesi).

Il mio aiuto in questo ambito consiste nel guidare alla corretta esecuzione dei movimenti, che siano per parlare o per mangiare e nel farli ripetere fino, al meglio, ad automatizzarli. In queste situazioni è bene intervenire il più precocemente possibile per evitare le ricadute in letto-scrittura nel caso della disprassia verbale e non da meno, il sostegno del benessere comunicativo di bambino e famiglia.

Al termine di ogni seduta, a meno che il genitore non abbia assistito, do sempre un rimando di quel che si è fatto e spesso richiedo la collaborazione della famiglia nel riproporre alcune attività a casa.

SQUILIBRI MUSCOLARI OROFACCIALI

E DEGLUTIZIONE DISFUNZIONALE

S’intende genericamente l’alterazione della funzionalità dei muscoli della bocca e del viso. È una condizione che si manifesta con svariati effetti (i più comuni sono la deglutizione disfunzionale -illustrata meglio a seguire-, i difetti di pronuncia, la respirazione orale) e dovuta a svariate cause (tonsille ipertrofiche, abitudini protratte -succhiamento del pollice, uso del biberon, del ciuccio-, frenulo corto, difetti posturali, infiammazioni o condizioni che compromettono la corretta respirazione nasale).

La deglutizione disfunzionale è una situazione in cui la lingua non si posiziona correttamente, né a riposo né in movimento e quindi quando si deglutisce, si parla, si mastica; può comportare lo spostamento dei denti nonostante le cure ortodontiche, difetti di pronuncia (rotacismo, sigmatismo e zetacismo i più comuni), difetti visivi, problemi di voce, squilibri posturali, deficit attentivi, disfunzionalità tubarica e quindi otiti.

Come ti posso aiutare?

Raccogliendo le informazioni che mi riporti ed eventualmente procedendo ad una valutazione con te se sei un ragazzo o un adulto o col tuo bambino, potrò darti un rimando rispetto alle tue richieste; molto spesso quest’ambito richiede l’intervento primario di altre figure, come l’osteopata o il medico ORL o foniatra.

Il mio contributo nel rispristino di una corretta funzionalità muscolare è possibile qualora non vi siano impedimenti anatomici (come nel caso delle tonsille ipertrofiche o del frenulo corto) o altre condizioni di base di pertinenza di altri professionisti (ad esempio difetti posturali, infiammazioni…); posso aiutarti invece se la causa delle alterazioni muscolari è dovuta all’uso protratto di ciuccio, biberon o succhiamento del dito: posso darti dei consigli e sostenerti affinché il tuo bambino elimini queste abitudini.

Posso ripristinare la funzionalità tubarica dopo otite o intervento di adeno-tonsillectomia, riabilitare la funzionalità linguale dopo intervento al frenulo, ripristinare la corretta respirazione nasale dopo intervento di adeno-tonsillectomia o dopo l’eliminazione delle abitudini di suzione di cui accennavo sopra (ciuccio, dito, biberon)…

Nel caso della deglutizione disfunzionale, che solitamente viene segnalata dal dentista, organizzeremo un ciclo di 10 sedute, in cui proporrò degli esercizi che andranno ripetuti a casa, un po’ come se si trattasse di una “palestra per la bocca”.

Se il lavoro è rivolto al tuo bambino, al termine di ogni seduta ti darò sempre un rimando di quel che si è fatto e richiederò la tua collaborazione nel ripetere degli esercizi anche a casa.

Se invece il trattamento avviene con te, ragazzo o adulto, sarà importante che tu svolga a casa, in settimana, gli esercizi concordati a fine seduta.